Tra le mete più colpite a seguito del maltempo che si è scatenato recentemente sull’Italia settentrionale anche la Casa vacanze di Caprile, dal 1976 luogo di villeggiatura gestito dalla parrocchia di San Giacomo Maggiore del Carmine di Imola. Dopo la tromba d’aria del 29 ottobre la casa vacanze ha subito danni importanti che, tuttavia, non hanno abbattuto la struttura nelle sue fondamenta come accaduto in altre regioni della penisola. La forza degli eventi atmosferici ha divelto oltre un terzo della copertura in lamiera del tetto, asportato un abbaino e la relativa parte del tetto, e le infiltrazioni d’acqua hanno raggiunto il primo piano. La Protezione civile, il Comune di Alleghe ed i volontari del Soccorso alpino nei primi giorni della settimana scorsa hanno liberato la strada di accesso alla casa che era interamente coperta dai tronchi degli alberi caduti, ed hanno anche liberato il tetto dalle lamiere divelte. Inoltre alcuni volontari del Carmine sono stati più volte nel paesino del bellunese per ripetuti sopralluoghi. «Già diverse volte siamo andati a Caprile per organizzare gli interventi – spiega Luigi Dall’Osso, tra i volontari che gestiscono la casa di Caprile – ed ora sono in corso i lavori di tamponamento del tetto, a nostro carico, che saranno terminati in questa settimana e consentiranno alla casa di passare indenne l’inverno. In primavera faremo i lavori di ripristino nelle parti interessate dal danno per riportare la casa al pieno splendore, e speriamo di avere volontari che ci aiutino in questa attività». I lavori tenaci già messi in campo e quelli che verranno svolti da qui a breve hanno scongiurato l’ipotesi di tenere chiusa la casa per la prossima stagione. «Forse non sarà utilizzabile tutta la struttura ma il nostro obiettivo sarà di riaprire la casa vacanze già l’estate prossima. Il paesaggio intorno a Caprile è mutato da boschi con abeti verticali ad una geometria orizzontale di tronchi che speriamo potranno essere rimossi nei prossimi mesi. La sensazione è di ritornare al paesaggio che possiamo ancora recuperare dalle foto del primo dopoguerra, ove Caprile era circondata da prati, che solo a metà del secolo scorso sono diventate aree di rimboschimento (nella foto in basso). Al netto di quanto successo possiamo riscontrare un dato positivo: per chi frequenterà la casa è ritornato il “Belvedere di Caprile”, come era il nome dell’albergo inizialmente costruito nel 1897, nel senso che ora, senza alberi intorno, lo sguardo oltre che sul Civetta e la val Cordevole può spaziare sino a Rocca Pietore e la val Pettorina e sino a colle Santa Lucia» conclude Dall’Osso. Il meteo avverso potrà aver abbattuto tutta la foresta e parte del tetto, ma sicuramente non ha scalfito il cuore di chi da anni frequenta la casa vacanze. Le fondamenta sono salde, tutti al lavoro!