Dal 19 al 21 novembre si è svolto a Milano il Convegno ecumenico nazionale sul tema “Il tuo cuore custodisca i miei precetti” (Pr 3,1). Molto numerosa e qualificata è stata la partecipazione di cattolici, ortodossi e protestanti da tutta Italia. Forti sono stati gli stimoli, sul tema della salvaguardia e protezione del creato. Urgenza, crisi, casa comune, ma anche speranza e spiritualità sono alcune delle parole scelte da Luca Maria Negro della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) per sottolineare come la fede indica la strada per superare una crisi, non solo economica e politica, ma anche teologica e spirituale, da cui tutti siamo interpellati in quanto ospiti ed amministratori della casa comune. Padre Ionut Coman della Diocesi ortodossa romena d’Italia ricorda a tutti che la grazia divina non è in contraddizione con la natura umana e che l’uomo deve vivere in equilibrio e sintonia con essa. Per i cristiani il mondo è dono di Dio e, come tale va gestito. Monsignor Ambrogio Spreafico, presidente dell’Ufficio nazionale della Cei per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso (Unedi) ha riassunto il rapporto da instaurare tra gli esseri umani e con il creato con tre concetti: “armonia nella differenza”, sottolineando la dimensione relazionale tra creato ed esseri umani; “nuova alleanza” da costruire tra creato ed esseri umani che, pur vivendo appartenenze diverse, sono uniti da radici comuni ed, infine, “condivisione” di idee, di vita, in opposizione al clima di odio sempre più diffuso.
Gli interventi dei diversi relatori hanno chiaramente evidenziato la necessità urgente di cambiare i nostri stili di vita, di fare rete per sostenere la giustizia ecologica e promuovere modelli di sviluppo sostenibile a livello locale, comunitario e globale. Il tema della cura del creato – ricorda Simone Morandini, dell’Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Venezia – pur presente in modo costante nelle diverse tradizioni confessionali, fatica a diventare centrale nella consapevolezza di fede dei cristiani. Peter Pavlovic, segretario della Rete cristiana europea per l’ambiente (Ecen), prevede una reale catastrofe ambientale nei prossimi 20-30 anni senza un’alleanza tra fede e scienza ed una radicale conversione degli stili di vita. Incisivo l’intervento della pastora valdese Letizia Tomassone, che ha sottolineato il legame tra lo sfruttamento e le violenze inferti al corpo della terra e al corpo delle donne; al termine “custodia” lei preferisce quello di “interdipendenza”. Il professor Enrico Giovannini, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (AsviS) sottolinea l’urgenza di un’azione che interrompa la corsa dell’umanità verso “lo schianto”, denunciando l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale.
Il convegno si è chiuso ascoltando i partecipanti che, divisi in 4 gruppi, hanno condiviso pensieri ed esperienze: è emersa la necessità che anche le chiese si costituiscano in eco-comunità, rispettose dell’ambiente nelle loro pratiche quotidiane e in agenti di formazione ecologica verso bambini e ragazzi, ma anche verso gli adulti su temi che coinvolgono la quotidianità (lo spreco del cibo, la raccolta dei rifiuti, l’uso della plastica). I risultati dei gruppi di lavoro verranno rielaborati dal comitato organizzatore dell’evento che produrrà un documento finale di prossima uscita, in modo da coinvolgere ed essere elemento di discussione con le comunità civili e le istituzioni.
Barbara Bonfiglioli – membro dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso