Non ho alcuna esitazione nell’affermare che tanto la vita quanto la morte di Maurizio Malaguti sono state una grazia straordinaria per la Diocesi di Imola. Una grazia che personalmente non ho accolto se non in piccola parte, per cui confesso il mio rimpianto, mentre mi propongo di attingere in futuro, sia pur tardivamente, all’eredità spirituale e culturale da lui lasciata. Monsignor Rabitti, al quale va la mia gratitudine per avere accettato di presiedere la celebrazione delle esequie, ha già auspicato che i familiari comunichino in particolare l’esperienza vissuta accanto a Chi ha fatto della malattia e della morte il suo supremo magistero. Si incontrano persone buone come Maurizio, nelle quali la grazia di Dio trova una corrispondenza piena e benefica. Molte di queste però trascorrono la loro esistenza terrena nel nascondimento. Egli invece, per la sua vocazione all’insegnamento e per il suo coinvolgimento ecclesiale, non è passato inosservato. La sua famiglia inoltre ha condiviso in modo singolare le sue virtù, rendendole benefiche per una cerchia di persone ancora più ampia. Solo da alcuni mesi avevo nominato Maurizio Malaguti direttore dell’Ufficio diocesano per la cultura. Come esprimere la gratitudine della Diocesi per questo ulteriore servizio, accettato con la consueta disponibilità, dopo anni di presenza nel Consiglio pastorale? Il modo più immediato sarà quello di non interromperlo, anche contando sul fatto che accanto e dietro al maestro si scorgono molte figure di amici e di allievi. La prima che mi colpisce è quella discreta ma solida di don Nello Mariani, l’ultimo parroco di San Lorenzo, che certamente ha inciso non poco sulla crescita spirituale di Maurizio e della sua famiglia. Penso poi a monsignor Giorgio Sgubbi, che si è incaricato di tracciare il profilo del defunto al momento delle esequie. In mezzo a quanti riempivano la cattedrale vi erano parenti ed estimatori, ma certamente non mancavano gli allievi che sapranno offrire il loro contributo, per dare continuità e sviluppo ad un insegnamento quanto mai prezioso tanto per l’università quanto per la Chiesa.

Tommaso Ghirelli