La più antica notizia di Valentino è riportata in un documento ufficiale della Chiesa dei secoli V-VI, in cui compare il suo anniversario della morte. Nel secolo VIII un altro documento narra del martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, successivo martirio di questi e loro sepoltura. Altri testi del secolo VI, raccontano che Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita e per i miracoli che fece, venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio, che era infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia, a Proculo, Efebo e Apollonio e al figlio del prefetto della città. Imprigionato sotto l’Imperatore Aureliano, fu decollato a Roma il 14 febbraio 273. Il suo corpo fu trasportato a Terni.
Ne facciamo memoria con l’immagine della pala dipinta nel 1615 da Ernst Van Schayck (nella Chiesa di San Francesco di Paola di Lugo), che raffigura il santo insieme alla Madonna col Bambino a san Bernardino da Siena e al donatore.

MV