Carissimi amici,
in questo momento della nostra storia siamo chiamati a riconoscere che Dio non permette che accada qualche cosa, se non per la nostra maturità, per la nostra maturazione. Perché le circostanze introducono una lotta e questa lotta è la trama normale della vita: ci tiene svegli, cioè ci matura la consapevolezza di ciò che è la nostra consistenza, la nostra dignità, che è un Altro.
Ciò che sta accadendo rivela a tutti noi l’insicurezza esistenziale con cui l’uomo di oggi si trova a fare i conti e che lo fa precipitare nella paura. Quante situazioni non può controllare con le sue forze! Il vescovo Corrado di Pavia in questi giorni ha richiamato tutti al fatto che il clima di grande allarme sociale, d’insicurezza e d’ansia che rischia di diffondersi è anche il frutto di uno sguardo sulla vita che vorrebbe avere tutto sotto controllo, che fa fatica ad accettare la condizione umana fragile e vulnerabile e che, in fondo, ha cancellato Dio dall’orizzonte dell’esistenza. Pensavamo di poter controllare tutto, ma la realtà è più grande di noi e forse dobbiamo imparare a unire al giusto e appassionato impegno per vincere il male e le malattie, l’affidamento al vero Signore del mondo, creatore e Padre, nel gesto umile e intelligente della preghiera.
È anche l’invito di papa Francesco in questa Quaresima 2020: “Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene.”
In questi giorni, e probabilmente anche nei successivi, sarà difficile o addirittura impossibile partecipare alla Liturgia Eucaristica. Sostituiamola con la preghiera del Santo Rosario: invochiamo da Maria la protezione per il nostro Paese. Alcuni amici mi hanno fatto notare che Maria, dopo la morte di Gesù, pregava con gli apostoli a porte chiuse, domandando lo Spirito Santo. Così anche noi possiamo invocare il dono di una nuova Pentecoste. In questi giorni potremo renderci conto e sostenere tutti coloro che sono perseguitati e che sono obbligati a privarsi del dono dell’eucarestia. E così essere grati di tutto quello che abbiamo avuto con tanta facilità perché ora nasca un desiderio più vero.
In questa necessità siamo costretti ad una essenzialità di vita che può creare utili momenti di silenzio, di riflessione, di carità. Preghiamo nelle nostre case, per noi stessi, per i malati del mondo, per i morti, per i loro cari. Preghiamo per i medici e gli operatori sanitari, preghiamo per i nostri governanti. Prendiamo del tempo per essere vicini a coloro che hanno bisogno. Invochiamo il Signore della vita per le persone coinvolte da questa infezione, evitiamo ogni forma di distanza e di sospetto nelle relazioni sociali: che questi giorni ci facciano essere più uniti e attenti, solleciti del bene di ogni fratello e sorella in umanità.

Mons. Giovanni Mosciatti