L’ inizio di questo tempo di Quaresima ci ricorda che è ormai passato un anno da quando abbiamo dovuto riconoscere la nostra fragilità e l’invadenza di questa pandemia che ha cambiato tanta parte della nostra vita.
E ciò che stiamo vivendo in questo tempo ci fa risentire in maniera del tutto nuova le parole che ci vengono rivolte il giorno del Mercoledì delle Ceneri: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai”. Queste parole, che accompagnano il rito dell’imposizione delle ceneri, con il quale si apre la Quaresima, sono un richiamo realistico a ciò che siamo: umanamente parlando, siamo destinati al nulla. Di fronte a questo il nostro cuore si ribella. Ma, allora, che cosa ci strappa dal nulla? Cosa ci strappa da quel vuoto e da quella paura che investe tanti? La risposta ci viene indicata dall’altra formula proposta per il rito delle ceneri: “Convertitevi, e credete al Vangelo”. La nostra vera possibilità è trovare consistenza in Cristo. Il contenuto sintetico dell’intero cammino quaresimale, anzi della vita tutta, è la conversione.
E convertirsi è ricuperare continuamente la fede, e la fede è riconoscere l’avvenimento grande che è accaduto alla nostra vita. Ci ricorda papa Francesco. “La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi (cfr. Gv 14,23). Vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma “pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).” E questo è veramente una luce di speranza che rischiara la vita perché ci rendiamo conto che non siamo abbandonati, trascinati nel nulla, ma amati, desiderati, voluti da Colui che è venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza. Ci ricorda ancora papa Francesco: “Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione.
Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata. È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20). Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono: avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito. Il perdono di Dio, anche attraverso le nostre parole e i nostri gesti, permette di vivere una Pasqua di fraternità.”
Vivere questa Quaresima nella carità vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19. Nel contesto di grande incertezza sul domani, è il Signore stesso che ci ricorda: «Non temere, perché ti ho riscattato» (Is 43,1).
Possiamo vivere così una grande carità, mettendo il cuore in tutto quello che facciamo.

Monsignor Giovanni Mosciatti
vescovo di Imola