Omelia per S. Ilaro
Lugo, 15 maggio 2021
“Fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.”
Cosa significa questo segno, questa ascesa al cielo, con cui finisce la presenza fisicamente, personalmente, visibile di Cristo? Come può essere una festa il momento in cui Cristo se ne va, in cui l’azione della sua persona finisce ed incomincia la sua assenza?
La realtà è che Cristo ascende al cielo, cioè entra nella dimora di Dio, nella realtà del Padre, è associato al suo potere sull’universo e “sta alla sua destra”, vive con lui un rapporto di intimità che va oltre ogni nostra comprensione. Salendo al Padre Cristo si dimostra il Signore di tutte le cose: “Tutto ha sottomesso ai suoi piedi. Nulla è stato fatto senza di Lui è tutto in Lui consiste.”
Questa è la verità dell’Ascensione. Per questo non si tratta della festa di Cristo che se ne va, ma di Cristo che, salendo al Padre, porta con sé la nostra storia, trascina con sé anche noi, entra in Dio e porta anche noi, che siamo il Suo corpo, al livello della verità di tutte le cose.
La parola cielo infatti non indica qualcosa di altro rispetto alla terra. Il cielo è la profondità della terra, Il cielo è il significato profondo, è la verità dell’aldiquà, è l’origine dell’aldiquà, l’origine dell’essere. Tanto è vero che il Padre nostro è nei cieli, è la consistenza più profonda delle cose. E’ la verità di tutto. Cristo sale al cielo ma con il dono dello Spirito scende nella profondità di noi, si impadronisce di noi, dimostrandosi definitivamente il Signore, il dominatore di tutto.
“In Cristo asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a Lui nella gloria.” In Cristo diventa possibile per me conoscere e partecipare al mistero della sua Ascensione, del suo ingresso pieno e definitivo nella vita del Padre. Proprio mentre finisce la sua presenza fisica tra gli uomini, Gesù assicura che sempre è e sarà con noi.
Ecco dunque cos’è accaduto: con l’ascensione Cristo comincia un modo nuovo di essere presente del mondo. Egli è qui, è qui ora, nella compagnia, nell’amicizia di quel gruppetto di Apostoli, la Chiesa. “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.” Tutta la nostra forza, il segreto della nostra capacità di cambiare il mondo, la famiglia, il paese, il luogo di lavoro, soprattutto nel vivere con speranza questo tempo in cui intravvediamo una certa ripresa in questa pandemia, sta proprio in questa consapevolezza, che è la fede: Egli è qui. Proviamo ad immaginare quale testimonianza di questa ha dato, nella nostra terra, la fede e la predicazione di S. Ilaro e dei suoi monaci. La gente ha visto ed avvertito il fascino di un modo di vivere nuovo, più vero. Lo ha seguito, ha imparato da lui. Ne ha sempre chiesto l’aiuto e la protezione. Ilaro ci ha conquistati a Cristo e Lui, Cristo, può davvero conquistare il nostro cuore perché, di fronte a Lui, noi siamo assolutamente Amati e liberi. Cristo è Amore e libertà, perché l’amore vero fa crescere la libertà, non è mai un possesso.
Affidiamo questo tempo anche così drammatico, forse non molto diverso da quello in cui visse S Ilaro, alla sua intercessione, volgendo lo sguardo a Colui a cui Ilaro guardava, Cristo, che qui ed ora, presente e Signore di tutte le cose, cambia il nostro cuore e con il dono del Suo Spirito rinnova ogni cosa. Affidiamo a Lui la nostra città, le nostre famiglie, il nostro lavoro, il nostro cuore.
Mons. Giovanni Mosciatti
Vescovo Diocesi di Imola