Le pietre della fede è un viaggio, che ci accompagnerà ogni venerdì, tra i più o meno conosciuti edifici sacri in diocesi di Imola. Un modo per far conoscere e valorizzare chiese e santuari del nostro territorio, mettendone in luce storia e architettura.


La chiesa di San Ruffillo, posta sulla strada che da Casola Valsenio conduce a Montebattaglia, in origine non era ubicata nel luogo attuale, bensì presso i fondi Bonzo e Chiesuola a circa un km da quella odierna. Esistente già nel XII secolo come eremitaggio, è diventata rettoria solo successivamente e menzionata per la prima volta nel 1328. Sicuramente consacrata, ma non vi sono fonti che ne attestino la data esatta. La vecchia chiesa si presentava con soffitto a travi a misura 7 x 6 metri, con facciata a ponente sulla quale era dipinto il titolare ed era stata innalzata la croce. Aveva anche due altari, di uno dedicato a san Sebastiano, a cui vengono aggiunti due laterali intitolati alla Madonna del Rosario e a San Carlo Borromeo. Tuttavia questa chiesa, con canonica annessa, sono scomparse a causa di una frana il 24 marzo 1738 e nello stesso anno vengono ricostruite, ma in un’altra posizione. Il tempio, con struttura portante contraddistinta da una muratura in sasso e soffitto a travi, viene ampliato e voltato nel 1842-43 e la facciata viene orientata verso est. Subisce inoltre notevoli interventi di restauro durante la rettoria di don Antonio Galanti ed è in questa occasione che è stata edificata la cantoria con l’organo proveniente dalla chiesa di San Girolamo di Tossignano. L’interno, a navata unica voltata a botte, con unghie nella parte centrale, è dotato di un presbiterio rialzato di un gradino rispetto al piano dei fedeli e presenta anch’esso una copertura contraddistinta da volte a botte con unghie che si elevano a partire da due finestre ad arco. Le pareti sono formate da parti in muratura in sasso e vista, alternate a parti intonacate in bianco e grigio; le cappelle laterali sono invece tinteggiate di giallo. (foto di Giacomo Casadio)



Questa rubrica è tratta dall’omonimo libro “Le pietre della fede”