Il rapporto tra fede e ragione resta uno dei frutti più importanti, efficaci e duraturi del papato di Benedetto XVI. Ma è altresì ricco il tesoro spirituale lasciato nella Chiesa cattolica, sia come papa che come teologo.
A pochi mesi dalla salita al Padre (avvenuta il 31 dicembre 2022) ci aiuta a capire i tratti salienti del suo pontificato il cardinale Angelo Scola, che in videocollegamento è stato ospite dell’ultimo appuntamento con i Quaresimali della parrocchia di San Francesco, martedì 21 marzo nella chiesa di San Pio.
L’ultimo Quaresimale è stata un’occasione per riscoprire la grande eredità lasciata da papa Benedetto XVI ma anche per conoscere più intimamente l’uomo Joseph Ratzinger. L’incontro, a ingresso libero, è stato moderato dal direttore de Il Nuovo Diario Messaggero Andrea Ferri.

Il cardinal Scola, arcivescovo emerito di Milano, è un testimone privilegiato della vita di papa Benedetto XVI, con il quale ha vissuto uno stretto rapporto di collaborazione ma anche, e soprattutto, una forte amicizia. «Ratzinger era un uomo che nell’incontro, al di là della timidezza che generava una specie di soggezione, tendeva subito all’amicizia – ha ricordato lo stesso cardinale Scola – . Il mio pensiero è di infinita gratitudine perché ha posto una fiducia grande in me, mi ha aiutato in tanti momenti, anche in qualche passaggio non facile della mia vita. Per questo non riesco a distinguere il prete, il cardinale, il teologo e il papa. Mi sembra che la figura di “padre”, senza volerne abusare, sia quella più adeguata per definire il mio rapporto con lui».