Imola, 14 maggio 2023 – Saluto per Rogazioni 2023

Carissimi,
Siamo qui, in questo ultimo gesto della grande settimana delle Rogazioni per chiedere al Signore di benedire, per intercessione di Maria, tutta la nostra comunità.

1. Quest’anno le solenni Rogazioni in onore della Beata Vergine del Piratello, nostra Patrona, la Sua venuta tra noi, ci hanno coinvolto in una grande domanda di pace. Quanta fatica e dramma in questi anni, prima con la pandemia ed ora con queste guerre, vicine e lontane, che sembrano non finire mai. Desideriamo che Maria, nostra madre, ci aiuti a sconfiggere la radice di ogni guerra che abita in noi, la violenza, il pregiudizio, l’indifferenza che generano divisioni e favoriscono la guerra. Con la guerra davvero tutto è perduto, con la pace tutto è possibile.

2. La venuta di Maria tra noi ci ha trovati anche feriti e preoccupati per le inondazioni che in questi giorni hanno travolto tante famiglie. Desideriamo essere vicini nella preghiera e nell’aiuto fraterno a tutte le comunità del territorio colpite dall’eccezionale maltempo degli scorsi giorni, in particolare alle famiglie delle vittime di Fontanelice e Castel Bolognese e anche alle famiglie costrette a lasciare le proprie abitazioni invase dall’acqua a Sesto Imolese, Spazzate Sassatelli, Villa Serraglio, Conselice e Castel Bolognese. Ci affidiamo ancora a Maria perché la Sua presenza ci guidi in questi momenti difficili per le nostre comunità e per poter imparare da Lei a correre in aiuto come è accaduto a tanti nostri amici che ci hanno testimoniato questa carità e vicinanza.

3. Tra le tante preoccupazioni che pesano nel nostro cuore vi è certamente la situazione dei nostri giovani ed il lavoro. Noi sappiamo che il lavoro, qualsiasi esso sia, e anche in una condizione spesso arida e faticosa, può essere occasione di cambiamento della realtà, per rendere il mondo migliore. È una sfida a capire di più perché siamo al mondo. Lavorare permette di approfondire di più chi siamo, è una possibilità di consapevolezza di sé. Un impegno serio con il lavoro fa crescere anche il modo con cui si vive la famiglia e il tempo libero. Solo se lavoriamo per qualcuno e per qualcosa, possiamo reggere la fatica del lavoro. Ma come può accadere questo? Certamente serve qualcuno che ci aiuti, che ci sostenga. Può essere un maestro, qualcuno da cui imparare. Ma può essere anche la compagnia di amici che può diventare un’amicizia operativa, che non risolve i problemi, ma aiuta ad affrontarli, aggiunge esperienza, rende più intelligenti nel modo di affrontarli.

4. Per questo di fronte ad un mondo in continuo mutamento, che spesso crea disagio nelle persone e in particolare nei giovani, la Chiesa ha una grande responsabilità. Abbiamo bisogno di un impegno concreto con le occasioni che ci vengono date per approfondire di più la coscienza di noi stessi e l’urgenza di vita che ci portiamo dentro. Come può oggi la Chiesa abitare il tempo presente senza smarrire la sequela di Cristo? Come possiamo essere certi nel tempo delle grandi incertezze? Papa Francesco, sulla scia dei predecessori, indica la via: la certezza non proviene da un’ideologia o da un sentimento, la certezza proviene da una comunione vissuta. Quanto amore e quanta passione soprattutto per i nostri ragazzi dobbiamo implorare a Maria. Una passione per incontrarli, conoscerli, stare con loro. Quanta richiesta di un rapporto e di una amicizia c’è nella fatica e nell’aggressività di tanti ragazzi che stanno male. Quanti genitori distrutti dai figli, dai ragazzi, hanno perso la forza di andare oltre, di guardare altro, di amare di più fino in fondo. Sono anche loro, i grandi, quelli da accompagnare. Sono loro, i padri e le madri, i prof. e i dottori, che non devono essere lasciati soli. È qui che serve tutta la forza di una comunità che desidera educare.

5.Molti hanno timore del futuro, intravvedono un lungo inverno. Un inverno della fede, soprattutto nei suoi riti e nelle sue tradizioni, un inverno demografico, sempre più schiacciato dalla paura che gli uomini hanno nei confronti del futuro e della stessa vita. Ma i cristiani sono chiamati ad una grande speranza. La Madonna ci sollecita ad una grande creatività, perché non siamo abbandonati ma realmente amati. Siamo chiamati ad una presenza originale che interroga la vita di tutti, come quella di tanti testimoni che ciascuno di noi può osservare accanto a sé. I tanti problemi del nostro paese o del nostro tempo, sono da vivere con questa creatività che nasce dalla fede così da raccogliere le sfide del nostro presente.

Siamo chiamati a costruire una casa per chi verrà, in un tempo che si preannuncia incerto e difficile. Ma anche pieno di doni e di sorprese, con la Chiesa chiamata a spogliarsi di ciò che non serve per farsi guidare con forza dall’unica cosa che conta, dall’essenziale: La Presenza di Colui che è risorto, ed è vivo. E se è vivo, significa che è possibile ancora oggi incontrarLo, intercettarLo, poterLo rivedere. Perché in ognuno di noi il Mistero ha posto un cuore capace di riconoscerLo, capace di sobbalzare ogni qualvolta Lo incontriamo. La Chiesa continuamente educa e risveglia questo cuore, chiamato alla speranza.

E con le parole che Papa Francesco ci suggerisce ci affidiamo ancora una volta alla Beata Vergine del Piratello, nostra Patrona: “Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.”

S.E. monsignor Giovanni Mosciatti,
vescovo della Diocesi di Imola