In un manoscritto medievale compare anche una narrazione della passio di Graziano e Felino e della traslazione delle loro reliquie ad Arona, che li ha come suoi santi patroni.
Secondo il racconto, Gratiniano e Felino – soldati romani di stanza a Perugia – furono convertiti al cristianesimo dal vescovo della città, dal quale furono poi battezzati. Durante la persecuzione di Decio sarebbero stati martirizzati per non aver voluto rinnegare la loro fede. Sepolti in un terreno non lontano dal luogo del martirio, nel 979 il conte del Seprio Amizzone ne avrebbe trasferito, col permesso del vescovo, i resti ad Arona, per farne dono al costruendo monastero che ne avrebbe poi preso il nome.
Ne facciamo memoria con un raffinatissimo ricamo a punto pittura che li raffigura (dettaglio di cappuccio di piviale, sec. XVIII-XIX). Raccolta del Museo Diocesano di Imola.