Giorgio, il cui sepolcro è a Lidda presso Tel Aviv in Israele, venne onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa. La tradizione popolare lo raffigura come il cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno. La sua memoria è celebrata in questo giorno anche nei riti siro e bizantino.
Ne facciamo memoria con questo raro piatto per elemosine di bottega tedesca della fine del XV secolo nella raccolta del Museo Diocesano di Imola. Al centro del cavetto è sbalzato San Giorgio che uccide il drago. Intorno corrono due fasce con iscrizioni tedesche a caratteri gotici, ripetute quattro volte nel cerchio interno, e cinque volte in quello esterno, dove appare anche una scritta rovesciata. Sul bordo sono impressi a punzone motivi di foglie e archetti. Nella Chiesa del Salvatore ad Orsomarso si conserva un piatto pressoché identico a questo.