Felice Porro giovanissimo si trasferì a Cittaducale dove prestò servizio nella famiglia Picchi come pastore e contadino. Nel 1545 divenne Cappuccino nel convento di San Giovanni Campano, quindi in quello romano di San Bonaventura, dove nei rimanenti quarant’anni fu questuante per i suoi confratelli. Ebbe temperamento mistico, dormiva appena due o tre ore e il resto della notte lo trascorreva in preghiera. Per le strade di Roma assisteva ammalati e poveri. Nel 1712 fu canonizzato da Clemente XI.
Ne facciamo memoria con il dettaglio di una bella pala di ambito cignanesco (1723) al Suffragio di Imola, che raffigura il santo con in braccio Gesù Bambino.

MV