Le informazioni sul martirio di Rufina e Seconda sono concordi. Condannate sotto Valeriano e Gallieno dal prefetto Giunio Donato, furono martirizzate a Roma al decimo miglio della via Cornelia. La tradizione le vuole sorelle che, fidanzate a due giovani cristiani divenuti apostati, si votarono alla verginità. Non essendo riusciti con ogni sforzo ad indurle all’apostasia e al matrimonio, i due giovani le denunciarono. Quasi sicuramente, già ne IV secolo, sul loro sepolcro fu eretta una basilica – forse da Giulio I – di cui oggi è impossibile indicare con un certo margine di sicurezza l’ubicazione.
Facciamo memoria di Rufina con l’immagine del reliquiario ligneo (sec. XVII-XVIII) di proprietà della Confraternita dei Settantadue Nobili della chiesa del Pio Suffragio di Imola.