Matteo (dall’ebraico: “uomo di Dio”) seguì Gesù con grande entusiasmo liberandosi dei beni terreni. Dopo la Pentecoste egli scrisse il suo vangelo, rivolto agli Ebrei; in esso si proclama che Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ha portato a compimento la promessa dell’Antico Testamento; è caratterizzato da cinque discorsi di Gesù sul regno di Dio. Probabilmente la sua morte fu naturale, anche se fonti poco attendibili lo vogliono martire di Etiopia.
Ne facciamo memoria con l’immagine della statua in stucco che lo raffigura (ante 1738), modellata dal ticinese Filippo Jannsen per la chiesa dei Santi Niccolò e Domenico di Imola. (MV)