Un dialogo aperto con i giovani dai 14 ai 35 anni. Questo è quanto l’ufficio per la Pastorale del lavoro della Diocesi di Imola ha avviato in questi giorni attraverso la compilazione di un questionario anonimo (raggiungibile a questo link) da completare entro il 7 giugno. Nel suo messaggio a proposito di questo tema, il vescovo Giovanni Mosciatti ben spiega due aspetti: da un lato l’intento dell’operazione, dall’altro il reale valore del lavoro vissuto alla luce della fede cristiana.

La Chiesa, con i suoi valori, può contribuire allo sviluppo del nuovo umanesimo del lavoro per trovare un senso con gli altri e per gli altri, perché il lavoro si identifichi nella dimensione relazionale oltre a quella economica e di scambio, nella valorizzazione della dignità umana, nella ricerca di equilibrio per superare la cultura del consumismo e dello scarto. Si potrà compilare il questionario fino al 7 Giugno 2023. I dati, completamente anonimi, verranno analizzati dall’Ufficio Pastorale della Diocesi di Imola e verrà organizzato un momento di condivisione e dibattito sui temi trattati.

Dopo l’introduzione, utile ad indentificare età e sesso di chi sta rispondendo, la prima vera domanda riguarda la condizione in cui ci si trova al momento: nel mezzo del proprio percorso di studi, di un tirocinio, in azienda con contratto a tempo determinato o indeterminato, disoccupato, libero professionista. Si prosegue con una domanda che riguarda il rifiuto di un’offerta lavorativa, la risposta è motivata: precarietà, ambiente stressante, paga troppo bassa, lontananza da casa, ripetitività, inconciliabilità con il proprio superiore o con gli impegni familiari. Poi una riflessione sugli aspetti da tenere in considerazione nella scelta del lavoro (tipologia di contratto, coerenza con gli studi fatti, flessibilità di orario, crescita, rapporto coi colleghi, benessere fisico e mentale, sentirsi importante, realizzazione personale…) e sulle aspirazioni personali (guadagno, equilibrio, libertà, stabilità).
A metà questionario si incontrano una serie di affermazioni di fronte alle quali si deve esprimere il proprio accordo o disaccordo. Tra queste: la vita è sacrificio, vorrei far la vita dei miei genitori, oggi non c’è spazio per la fragilità, far carriera vuol dire penalizzare la famiglia.. Una serie di affermazioni abbastanza generiche ma che ben inquadrano i temi dibattuti oggi, spesso con molta superficialità, non solo dai giovani. Rispondere in maniera seria a questi quesiti significa capire il valore che si dà al proprio lavoro.

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Ricordiamo che il questionario è anonimo e l’indirizzo mail della persona che lo compila non viene registrato all’interno della risposta