Presentazione dell‘incontro con don Juliàn Carron – Palazzo dello Sport (Imola)
Le sono grato perché ha accettato il mio invito. La sua presenza incoraggia la vita ecclesiale e onora la città. Al sindaco e alle altre autorità intervenute va il saluto rispettoso della Chiesa che vive in questo territorio e partecipa al comune sforzo educativo, con la propria esperienza e la propria disponibilità alla collaborazione.
Il tema dell’educazione si inserisce nell’itinerario quaresimale, che può essere visto come il grande sforzo educativo della madre Chiesa, come un corso intensivo condotto dalla maestra a cui Cristo ha affidato più della sua dottrina: ha affidato il compito di renderlo contemporaneo ad ogni uomo.
Inseriti in questa straordinaria esperienza di discepolato e di collaborazione, noi questa sera ci chiediamo con lei, caro don Carron, perché Benedetto XVI ha introdotto il tema dell’emergenza educativa, perché ha sentito il bisogno di dare un accento di attualità e di drammaticità ad un impegno che accompagna da sempre la missione della Chiesa.
La sua venuta tra noi e la sua parola sono propizie anche in ordine alla preparazione e celebrazione del Sinodo diocesano, che ha per tema ‘Cristo e la Chiesa. Passione per l’uomo’.
L’educazione è cosa del cuore, affermava san Giovanni Bosco. Vorrei collegarmi a questa fondamentale intuizione, che fa giustizia dello scientismo e di tutti i tecnicismi, per ribadire il primato dei genitori nella missione educativa.
Scrive padre Raniero Cantalamessa: «Il papà e la mamma possono, separatamente, amare quanto vogliono il loro bambino, ma se essi non si amano tra di loro (e questo purtroppo avviene spesso) nulla potrà impedire al bambino di essere, nel profondo, infelice e insicuro dell’amore. Il bambino non vuole essere amato con un amore diverso, a parte, ma vuole essere ammesso all’amore con cui il padre e la madre si amano tra loro, sapendo che da esso ha tratto la sua origine».
I genitori possono dunque essere inconsapevoli o addirittura indegni, ma nel loro atto di generare ha brillato in loro una scintilla divina. Dio, che è amore e crea per puro amore, li ha fatti suoi collaboratori. Tutto il lavoro educativo parte da lì, dando origine tra l’altro ad un ‘patto educativo’ tra genitori e comunità. Sono i genitori che in certo senso provocano la passione educativa in chi ‘ maestro o istituzione ‘ collabora con loro. Mi piace ricordare, tra parentesi, che ce ne parlò Franco Miano, lo scorso mese di gennaio.
Più o meno consapevolmente, i genitori chiedono poi alla Chiesa di farli incontrare con Gesù Cristo, proprio in quanto educatori, perché intuiscono in qualche modo che solo nel rapporto con lui diventeranno pienamente genitori dei loro figli.
È dunque necessario, caro don Carron, che lei ci parli da testimone di Cristo, ci parli da uomo di Chiesa.
Per la nostra diocesi, questo resterà un giorno importante, impreziosito anche dall’estremo saluto reso questa mattina d una mamma di quattro figli, Daniela Gentili. Le sue parole interpreteranno anche il messaggio che questa educatrice cristiana ha lanciato con la sua vita e la sua morte.