Ho accompagnato i primi passi di questa associazione, che alla sua origine ha la passione educativa, unita con la sensibilità per i bisogni della famiglia.

I primi educatori elemosinavano una sede, passando dalla parrocchia di Sant’Agata all’Istituto Santa Caterina, prima di fermarsi a Santa Maria in Regola.

La passione educativa si è accentuata negli ultimi anni in risposta all’emergenza educativa sottolineata da papa Benedetto XVI e dall’episcopato italiano, che ha scelto come linee guida decennali da proporre alle comunità locali ‘Educare alla vita buona del Vangelo’.

È la passione che conduce poi a trovare i mezzi e le metodologie adeguate nel contesto del sistema scolastico integrato. Non tutto il lavoro educativo, infatti, può essere svolto nella scuola, ma certamente va raccordato con essa, senza mortificare il pluralismo delle proposte e senza sovraccaricare i ragazzi. Il doposcuola è una delle forme di integrazione dell’educazione scolastica che hanno trovato maggiore diffusione e che si affidano maggiormente al volontariato.

La struttura associativa, coinvolgendo un’aggregazione ecclesiale insieme ai genitori e agli insegnanti, presenta delle garanzie di sistematicità e di continuità che altre esperienze meno strutturate non sono in grado di offrire. Infatti l’associazione favorisce il costituirsi di un patrimonio di esperienza didattica, integrata in un progetto educativo condiviso.

Vorrei richiamare la molteplicità dei progetti e degli sforzi messi in atto nell’ambito ecclesiale, proponendo Alecrim come un modello al quale gli oratori parrocchiali possono ispirarsi. Auspico che ci sia lo scambio di esperienze, anche in incontri appositamente organizzati, specialmente con quanto viene fatto nella parrocchia della Collegiata a Lugo, e poi anche nelle diocesi vicine.