Prima domenica di Quaresima – cattedrale di Imola

Accogliendo l’ispirazione dello Spirito Santo effuso su di lui dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesù si è ritirato nel deserto restandovi per 40 giorni. Non è stata un’esercitazione di sopravvivenza da sport estremo, ma un tempo di riflessione che ha segnato il cambiamento del suo programma: rientrando dal deserto non riprenderà il lavoro a Nazaret, ma si dedicherà alla predicazione itinerante, come il Battista; chiamerà la gente a convertirsi e si circonderà di persone che, condividendo la sua vita, formeranno il nucleo del nuovo popolo di Dio. La svolta non è dunque solamente personale, ma parte da lui per coinvolgere tutto il popolo di Israele e – attraverso un popolo – anche tutti gli altri.

Nella Quaresima di Gesù è contenuta anche la nostra: quella che iniziamo in questi giorni e che si concluderà con la celebrazione della Pasqua. Ben più che un esercizio collettivo di sobrietà, ben più che un generico, volontaristico richiamo all’austerità e alla carità: la Quaresima è il tempo della rinascita: si fonda sull’ascolto della Parola di Dio, che porta al cambiamento di vita; si concretizza nel battesimo – per i catecumeni – e nella confessione sacramentale per i battezzati. Do il benvenuto perciò ai nostri catecumeni, che abbiamo il piacere di accogliere oggi nella cattedrale, per iscrivere i loro nomi tra quelli che diventeranno cristiani durante la veglia pasquale.

Cerchiamo di dare alla Quaresima che ci accingiamo a vivere un’impronta, un volto personale, che non può essere altro se non quello di Gesù. Egli ci trasmette, come nuovo Mosè, le tavole dell’alleanza con Dio, cioè ci introduce all’appartenenza piena a lui e ci guida alla “terra promessa” della ritrovata armonia con il creato, con noi stessi e con gli altri uomini. Diamogli credito, affrontando le contraddizioni e le fatiche del vivere con il sostegno della speranza che in lui riponiamo. Anche Mosè si trattenne per 40 giorni sul monte Sinai; e il popolo di Israele rimase per 40 anni nel deserto: queste coincidenze si rivelano significative e danno un senso unitario alla storia: a quella dell’intera umanità come a quella di ciascun uomo.

La tentazione è il punto critico della vita umana, infatti la troviamo già all’inizio, nella vicenda dei progenitori, Adamo ed Eva; la ritroviamo nel nuovo inizio della storia umana che ha per protagonista Gesù, così come nell’esperienza personale quotidiana di ciascuno. Non è circoscrivibile a suggestioni particolari e passeggere, ma si manifesta come tendenza a deviare dalla naturale attrazione verso Dio, verso la perfezione, verso la bellezza, verso la bontà: tendenza proveniente da un soggetto, un’entità spirituale esterna a noi, capace di influire sul nostro intimo, sulla sede delle nostre decisioni e dei nostri pensieri. Oggi ne prendiamo rinnovata coscienza e, accostandoci a Gesù che ha subito lo stesso genere di prove, ci disponiamo a lottare in modo da vincere con lui e non solo resistere, ma andare oltre, entrare nella condizione a cui allude il racconto evangelico quando dice che, una volta che egli ebbe superate le molteplici tentazioni, gli angeli si avvicinarono a Gesù e lo servivano. Diventeremo anche noi pienamente figli di Dio, come lui, gli angeli si metteranno a nostro servizio.

Abbiamo ascoltato un messaggio di speranza, abbiamo chiarito la nostra situazione, abbiamo un traguardo da raggiungere. Ci vengono indicati anche i mezzi da adottare:

– riferirsi alla parola di Dio, quale indispensabile criterio di valutazione, di discernimento, in atteggiamento di preghiera;

– associare alla preghiera la penitenza, esercizio di rinuncia e distacco che ci libera dall’egocentrismo;

– approfondire la donazione gratuita e totale di noi stessi, nella condivisione e solidarietà con i bisognosi.

È una vera rivoluzione, anzi la vera rivoluzione, perché comincia da noi stessi, come dice il proverbio: se vuoi cambiare il mondo, comincia da te stesso. Non fa di ciascuno un camminatore solitario, ma include in un popolo che possiede la propria guida carismatica, riconosciuta: Gesù. E non si perde nel vago, perché ha una scadenza precisa: la Pasqua, il 16 aprile.

Non perdiamo dunque tempo e non distraiamoci, se vogliamo dare un senso alla nostra vita e a quella delle persone che amiamo.