La Consulta dell’apostolato dei laici riparte dopo un periodo di stasi. Nuovo nome, nuovo presidente e alcune piccole modifiche allo statuto per ricercare una collaborazione sempre maggiore negli anni a seguire. D’ora in avanti si chiamerà Consulta diocesana della aggregazioni laicali (Cdal) e il nuovo presidente, eletto nei giorni scorsi, è Luca Salvadori (nella foto), di estrazione dell’Agesci. Prenderà il posto di Alessandro Palmonari che fino alle ultime elezioni aveva ricoperto tale ruolo.
Di conseguenza è stato rinnovato anche il consiglio di presidenza così formato: i ruoli dei due vicepresidenti saranno ricoperti da Stefano Bosi e Annalisa Antonellini mentre Denis Dalfiume è il nuovo segretario generale. Ma che ruolo svolge la consulta? Innanzitutto occorre precisare che non è un organo presente in tutte le Diocesi ma è a discrezione del vescovo; a Imola fu istituita il 14 aprile 1990 da monsignor Fabiani. La consulta è un luogo di incontro fra tutte le associazioni, i movimenti e i gruppi ecclesiali presenti sul territorio diocesano. Dall’Azione Cattolica a Comunione e Liberazione, dall’Agesci alla Caritas, solo per citarne alcune, l’obiettivo comune è promuovere una costante riflessione sulla Chiesa e sul mondo dal punto di vista dei laici.
«In principio nacque da un’esigenza dei laici di stare insieme e di crescere nella Dottrina sociale della Chiesa – spiega il nuovo presidente Salvadori -. Negli ultimi anni non ci siamo trovati molto ma quest’anno siamo stati particolarmente stimolati dalle due campagne elettorali, quella per le politiche e quella per le amministrative. Così ci siamo chiesti: “che ruolo hanno i cattolici nella società?”. Da qui è nato il desiderio di ripartire e per prima cosa abbiamo messo mano allo statuto. Anche il vescovo Ghirelli ha insistito molto affinché riprendessimo in mano questo organo per far sì che possa funzionare al meglio. Anzi, abbiamo espressamente richiesto che alle riunioni della consulta partecipi proprio il vescovo o il vicario generale così da interfacciarsi direttamente con l’autorità alla guida della diocesi».
Il tentativo dunque è essere sempre di più un coordinamento tra le associazioni e i movimenti, non solo nell’organizzazione di eventi comuni ma anche con la nascita di nuove amicizie. «Ci siamo accorti che questo può essere veramente un luogo dove crescere, fare esperienza concreta di amicizia e di condivisione. Amicizia e condivisione che dovrebbe diventare poi propositivi nei confronti della città e della diocesi. Guardando al futuro vorremmo anche coinvolgere altre associazioni che al momento non rientrano nella consulta per allargare la sensibilità dei cattolici su tutti i temi che la società di oggi ci pone davanti. Il “progetto” è ambizioso ma vogliamo percorrere insieme questa strada» conclude Salvadori.