Nato forse nel 1540 in Spagna, orfano di padre, deve trasferirsi con la madre da un luogo all’altro, cercando di portare avanti al meglio gli studi. Nel 1563 veste l’abito dei Carmelitani. Sacerdote nel 1567, dopo gli studi di filosofia e teologia fatti a Salamanca. Dello stesso anno è l’incontro con santa Teresa di Gesù, che aveva ottenuto dal priore generale Rossi il permesso di fondare due conventi di Carmelitani contemplativi (in seguito detti Scalzi), affinché fossero di aiuto alle monache da lei istituite. Nel 1568 Giovanni fa parte del primo nucleo di riformati, cambiando il nome in Giovanni della Croce. Dal 1572 al 1577 è confessore-governatore del monastero dell’Incarnazione di Avila. Erroneamente incolpato e incarcerato per otto mesi per un incidente interno al monastero, in prigione scrive molte delle sue poesie. Ad una monaca, che gli aveva scritto accennando alle tribolazioni patite, Giovanni risponde:
“Non pensi ad altro se non che tutto è disposto da Dio. E dove non c’è amore, metta amore e ne riceverà amore”. Muore a 49 anni a Ubeda.
Ne facciamo memoria con l’immagine di un dettaglio dell’altare di G. B. Verda (sec. XVIII) con le statue di Sant’Angelo carmelitano e, a destra, di San Giovanni della Croce (nella chiesa del Carmine di Imola).