“Santo dei miracoli” per antonomasia, fervido predicatore, fine teologo, dottore della Chiesa universale dall’incontroversa fama di taumaturgo, Antonio nacque a Lisbona sul finire del XII secolo, ma è comunemente noto con l’appellativo “di Padova”, in quanto è da questa città, nei pressi della quale morì, che si irradiò l’accesa devozione nei suoi confronti. La devozione al santo, esorcista, profeta e taumaturgo, che già in vita aveva goduto fama di santità, crebbe enormemente dopo la sua morte – gli
furono, infatti, attribuite prodigiose guarigioni e persino la risurrezione di due morti – e si diffuse rapidamente dalla città in cui fu sepolto, Padova, a tutta l’Italia, poi in Francia, Spagna e Portogallo. Nell’elenco delle grazie ottenute per sua intercessione gli viene attribuita la facoltà di allontanare le tentazioni del maligno o il fuoco; è invocato nei casi disperati, nella protezione delle giovani in età da matrimonio, degli orfani e dei bambini, oltre che per ritrovare ciò che si è smarrito e – più genericamente – nelle varie necessità del vivere quotidiano. In ambito rurale Antonio è venerato quale protettore delle messi.
Ne facciamo memoria con l’immagine di un bel dipinto di Giuseppe Bartolini (Imola, 1661 – 1730) nella chiesa del Carmine di Imola.