Il pellegrinaggio procedeva spedito. Quasi un centinaio fra giovani e animatori con in testa frate Botterio e frate Battiloro a reggere il crocifisso, guida lungo il cammino. Poi il passaggio davanti alla cattedrale di San Cassiano, e quale miglior modo di celebrare l’occasione se non intonare un canto?

In alcune stanze del palazzo vescovile, dirimpettaio della cattedrale imolese, fa caldo. Dalle finestre aperte però non entra solo l’aria calda dell’estate romagnola, ma un’altra aria: decine di voci che intonano all’unisono un canto di preghiera. Le voci arrivano alle orecchie del vescovo monsignor Mosciatti, che si affaccia alla finestra, vede i pellegrini. Li vuole incontrare, li vuole conoscere, stare con loro, cantare con loro.

Ecco quindi che tutti si trovano in vescovado, col vescovo a parlare con loro e a conoscerli. Un incontro inaspettato e ricco di significato, che ben esplicita la linea pastorale di una Chiesa in uscita, aperta e che non si chiuda in se stessa, una Chiesa che apra le porte all’esterno. Così come nella giornata di ieri, venerdì 16 agosto, si sono aperte per i pellegrini del Piratello.