«Per amore di Cristo accolse come dono prezioso la sua infermità unendola alla croce gloriosa del Signore». Firmato: papa Francesco.
Si è svolta nella giornata di ieri, sabato 14 settembre, la cerimonia di beatificazione della venerabile serva di Dio Benedetta Bianchi Porro nella cattedrale di San Pietro a Faenza. Un migliaio di fedeli sono accorsi per assistere alla messa, presieduta dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi.

Penultimo a sinistra, il vescovo di Imola Giovanni Mosciatti

Alla funzione hanno preso parte 15 vescovi (tra cui il vescovo di Imola monsignor Giovanni Mosciatti), oltre 100 sacerdoti, ammalati, religiosi, giovani, autorità, familiari della neo Beata, amici di Dovadola e Sirmione, oltre ad un altro migliaio davanti al maxischermo in piazza Ordelaffi e nella chiesa di San Francesco.

«Ci troviamo dinnanzi ad una esistenza affascinante – ha affermato il porporato – la grandezza umana e spirituale di una giovane straordinariamente dotata, che è riuscita a superare coraggiosamente le condizioni più negative che possono accompagnare un individuo».

«Benedetta ci ha insegnato che invece è possibile superare ogni ostacolo e barriera – ha affermato mons. Livio Corazza, vescovo di Forlì-Bertinoro -. Beata Benedetta va sì invocata, ma va soprattutto conosciuta e imitata. Poche chiacchiere fratelli e sorelle, imitiamola»