Introduzione

«Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a
compimento? Quale re parte per la battaglia senza aver fatto i conti con le sue forze?» (cfr. Lc 14,28-32). È
l’invito esigente di Gesù alla prudenza, un invito quanto mai necessario in questo tempo di contagi. Noi per
primi, con i nostri parroci e i genitori dei ragazzi, sentiamo tutta la responsabilità nell’aprire le attività estive.
L’estate è un’opportunità unica, piena di sole, di sorprese, di amicizie. Ma questo desideriamo avvenga in
assoluta sicurezza: considerando attentamente gli spazi, le risorse, le modalità. A questo servono gli strumenti
preziosissimi delle linee guida e dei protocolli a cui attenersi scrupolosamente.
I nostri piccoli amici attendono ogni anno le mitiche giornate dell’Estate ragazzi, dei Grest e dei campeggi.
Nelle loro stanzette conservano un foulard, un ricordo, un sasso, una piccola croce: segni di amicizie sbocciate,
di momenti speciali, di esperienze indimenticabili. Un’estate, talvolta, è determinante nella loro crescita.
L’estate che sta per esplodere in queste settimane sarà più avara di questi momenti, tuttavia sono momenti
non del tutto impossibili… Siamo di fronte ad una sfida. Una bella notizia: ci sono persone disposte ad
affrontarla, perché il legame con i ragazzi continui ad essere vivo. Per loro gli incontri con i ragazzi non sono
stati soltanto un episodio, hanno fatto strada insieme. Che educatori sarebbero se non fossero capaci di
prossimità, soprattutto in questo momento difficile? Per questo sentono importante esserci per ascoltare le
domande dei ragazzi e raccoglierne le paure. Dunque, esserci, esserci nella verità, esserci portando speranza.
Ci sono realtà educative e di servizio che si mettono a disposizione delle famiglie e dei ragazzi. Ne apprezziamo
le competenze e la serietà. Noi ci proponiamo di “scendere in campo” con la gratuità, pur ricorrendo, quando
è necessario, anche a professionisti.
Tuttavia, il tempo che ci sta davanti chiede un ripensamento delle nostre attività, un vero e proprio cambio di
mentalità. Diverse saranno le modalità delle nostre iniziative: non si vedranno più cortili straripanti di ragazzi
chiassosi e variopinti. Ma anche la vita in piccoli gruppi avrà i suoi vantaggi; non solo a motivo della sicurezza
e delle esigenze sanitarie. Il piccolo gruppo offre la possibilità di un accompagnamento personalizzato, di
attività coinvolgenti, anche se non competitive e interessanti, senza essere pedanti o noiose. Il piccolo gruppo
rende possibili esperienze di preghiera più profonde e consentirà di comprendere e far praticare gli
atteggiamenti e le precauzioni richieste in tempo di pandemia. Ci sono strumenti e proposte per attività
motorie, ludiche e culturali, da comporre con la creatività degli educatori e degli animatori sul campo.
L’estate offre più possibilità: spazi verdi all’aperto, giornate luminose, maggiore libertà… Ma non bisogna
avere fretta. Si parte quando si è pronti e preparati. Si tratterà probabilmente di momenti più brevi di incontro
(una settimana? qualche giorno?), ma per questo più preparati e probabilmente più attesi dai ragazzi.
Importante è mantenere vivo il rapporto con loro nell’arco, abbastanza lungo, dell’estate. Aver mantenuto i
contatti faciliterà il rientro. I ragazzi, poi, cambiano in fretta: sarebbe un guaio esser tagliati fuori dal loro
vissuto e dai momenti della loro crescita. Le famiglie hanno bisogno di collaborazioni. Qualcuna,
probabilmente, cerca parcheggio e parcheggiatori – è comprensibile – ma presto apprezzerà che altre sono
le nostre intenzioni. La comunità cristiana risponde a questa esigenza attraverso il servizio di tanti animatori
ed educatori che stima, incoraggia e sostiene.
I bambini e i ragazzi sono un dono inestimabile ed una profezia per la comunità, soprattutto in questi giorni
di smarrimento in cui c’è più bisogno di speranza: «Se non diventerete come bambini…». La comunità cristiana
si specchia in loro e per questo si fa casa per la loro presenza. Non può che ripetere le parole di Gesù: «Lasciate
che i bambini vengano a me».
Che cosa è chiesto al costruttore di torri e al re battagliero? Di osare la speranza: «Chi non rinunzia a tutti i
suoi averi, non può essere mio discepolo». È la prudenza audace del Vangelo.

Linee comuni

Le attività oratoriali ricomprendono al loro interno una molteplicità di percorsi (educativi, sportivi, ricreativi,
catechistici, caritativi, formativi …) tutti tra loro intrecciati, per questo è fondamentale che ogni parrocchia o
ente ecclesiale che svolga attività oratoriale, attui una procedura di sintesi comune sui punti fondamentali
legati alla sicurezza, in modo da ridurre la confusione e l’aumento del rischio generato dalla sovrapposizione,
in uno stesso luogo, dei diversi protocolli emanati e anche perché venga valorizzato il cammino comune della
comunità cristiana, che non può essere gestita come un condominio.
1. Accoglienza
È fondamentale che venga curata con particolare attenzione l’accoglienza di chiunque desideri accedere agli
spazi (sia al chiuso che all’aperto) delle parrocchie o degli enti ecclesiastici che svolgono attività oratoriali.
Questo “servizio di accoglienza” sarà indispensabile per effettuare il triage previsto dalle normative solo per
quanto riguarda i Centri Estivi, ma anche per vigilare che chiunque acceda alle diverse attività si attenga alle
procedure di igienizzazione delle mani, protezione con mascherina, controllo di eventuali sintomi e
attenzione al distanziamento sociale, comuni sostanzialmente a tutti i protocolli.
Per quanto riguarda gli spazi all’aperto per i quali non sia possibile un puntuale controllo sugli ingressi, è
comunque necessario far presente tutte le volte possibili il rispetto delle normative sanitarie previste anche
per gli spazi pubblici oltre ad esporre opportuni cartelli informativi. Nel momento in cui si evidenzino in tali
spazi esterni assembramenti o un mancato rispetto di tali regole anche dopo gli opportuni richiami, sarà
necessario invitarli a lasciare tali spazi.
2. Figure educative maggiorenni, responsabili e volontari minorenni
Come abbiamo già avuto modo di sperimentare con la riapertura delle liturgie al popolo, la
responsabilizzazione e sensibilizzazione dell’intera comunità cristiana è un aspetto indispensabile. Oltre alle
figure educative già previste dai vari protocolli, è quindi opportuno che, oltre al parroco o al responsabile
della struttura, vengano individuati altri responsabili che abbiano cura dell’attuazione del progetto
educativo e dei protocolli sanitari. È bene che queste figure siano distinte, per dividersi meglio le
responsabilità.
Non secondario è anche il tema di una responsabilità condivisa con i genitori, che deve essere esplicitata
attraverso una corretta informazione e il coinvolgimento degli stessi. Al di là delle formalizzazioni di questa
corresponsabilità, è però necessario che ciò avvenga in una rinnovata alleanza educativa tra le famiglie, gli
educatori e la comunità tutta.
Sappiamo bene che anche gli adolescenti si impegnano al servizio dei più piccoli in questo tempo. Questa,
che è primariamente un’esperienza formativa per gli adolescenti stessi, è un aspetto tipico delle nostre
attività pastorali al quale non possiamo rinunciare, è uno degli elementi costitutivi dei percorsi educativi, di
annuncio ed evangelizzazione della Chiesa. Va puntualizzato che ai minorenni adolescenti non può essere
addebitata nessuna responsabilità specifica dal punto di vista giuridico nella gestione di altri minori, ma viene
comunque loro richiesto il rispetto delle disposizioni sanitarie come per tutti.
3. Tipologie di attività
Lo sforzo di sintesi, ma anche di creatività e coraggio che oggi tentiamo di mettere in campo, va vissuto con
uno sguardo profetico: infatti le attività che svolgeremo in questo tempo estivo, saranno un importante
passo verso la completa ripartenza che potrebbe prospettarsi dall’autunno.
Per ora le varie attività dovranno attenersi ai diversi protocolli che la regione ha già emanato o emanerà nelle
prossime settimane. Ad oggi i protocolli su cui fare riferimento sono quelli che riguardano le Liturgie, i Centri
Estivi, la Corsistica, la Distribuzione di alimenti e le Procedure di igienizzazione e pulizia.
Va comunque detto che, attenendosi ai principi di accoglienza prima espressi e alle norme generali che
riguardano l’igiene degli ambienti, la distinzione dei gruppi e il distanziamento di almeno un metro, si assolve
sostanzialmente alla stragrande maggioranza delle norme che i vari protocolli prescrivono.
Notiamo con preoccupazione che gli adolescenti e i giovani sono rimasti ai margini del dibattito pubblico in
questa ripresa. Riteniamo quindi necessario, all’interno di tutte queste possibilità, prendersi a cuore queste
fasce di età, progettando e realizzando attività specifiche per loro, al punto tale che laddove si fosse costretti,
in carenza di forze o risorse, a fare una scelta, forse sarebbe opportuno dare la precedenza ad adolescenti e
giovani, anche perché nella fascia 6-13 l’offerta generale del territorio è sicuramente più ricca.
4. Associazioni, gruppi, movimenti, società sportive, circoli
Anche le associazioni, i gruppi o i movimenti, le società sportive e i circoli sono invitati a considerare
primariamente gli spazi oratoriali come luogo privilegiato da cui ripartire, sia per vivere il servizio fraterno
sia per rispondere alla difficoltà di svolgere i campi estivi come al solito. In questa situazione di emergenza
sanitaria, siamo tutti richiamati a rivedere le nostre priorità, ed eventualmente anche a rivedere e aggiornare
accordi e convenzioni già in essere, inserendo l’impegno formale a rispettare il progetto o i fini educativi
cristiani della comunità e le disposizioni sanitarie. È bene ricordare che sul tema delle disposizioni sanitarie,
la responsabilità è condivisa anche con i presidenti e responsabili dei vari enti presenti in parrocchia.
Questa può essere per tutti (gruppi, sacerdoti e comunità intera) una vera occasione di concreta comunione,
che può aiutarci a crescere sempre più nella direzione di una parrocchia “tenda comune” superando
l’isolamento di una parrocchia “condominio”.
5. Responsabilità dei protocolli e verifiche su questioni assicurative
È chiaro che, dal punto di vista giuridico, non si può essere considerati responsabili di un contagio che
potrebbe essere avvenuto in qualsiasi luogo, ma si è responsabili delle condizioni di sicurezza da creare
applicando quanto stabilito dai protocolli, e si potrà quindi essere considerati responsabili di non averlo
fatto.
La questione però, come già accennato, deve estendersi, anche, al tema di una responsabilità condivisa con
le famiglie, con le quali, a fronte dell’esigenza di sicurezza, va chiarito (sarebbe bene anche formalizzarlo)
che l’impegno nell’applicazione di tutti i protocolli, così come per ogni altra attività, non significa “rischio
zero”, e che le famiglie stesse si impegnano a rispettare quanto richiesto dalla normativa.
Per quanto riguarda infine le coperture assicurative, ognuno è invitato a fare le opportune verifiche con la
propria compagnia di assicurazione.
6. Principi fondamentali di sicurezza validi per qualsiasi attività
I principi fondamentali presenti in tutti i protocolli hanno sostanzialmente due obiettivi comuni:
prevenire i contagi e contenere la loro diffusione nel caso qualcuno si infetti.
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La prevenzione avviene essenzialmente attraverso:
– Distanziamento di almeno un metro tra le persone e nessun assembramento
– Utilizzo, corretto, della mascherina
– Lavaggio costante e corretto delle mani, disponibilità e utilizzo di postazioni per la disinfezione delle
mani
– Pulizia profonda, e in alcuni casi igienizzazione, di tutte le superfici con prodotti adeguati
– Areazione naturale degli ambienti quanto più possibile
– Preferenza assoluta delle attività all’aperto
Il contenimento invece avviene essenzialmente attraverso il tracciamento e la limitazione dei contatti che
una persona infetta può avere con gli altri. A questo servono le indicazioni sui “gruppi piccoli, chiusi e
omogenei” nell’ambito dei centri estivi, la chiara distinzione degli spazi utilizzati dai gruppi e l’attività di
accoglienza-triage di cui sopra.
Molto importanti a tal fine diventano anche i cosiddetti “registri presenze” che, oltre ad essere obbligatori
per i centri estivi (e forse con i protocolli in uscita potrebbero esserlo anche per altre attività) possono essere
utili anche per altre tipologie di attività organizzate.
7. Date previste e attenzione alle specifiche comunali
Dall’8 giugno 2020 sarà possibile, nell’ambito delle norme Regionali, iniziare le attività di centro estivo per i
minori anche negli spazi Oratoriali. Tutte le altre attività saranno possibili o nell’ambito del quadro normativo
dei centri estivi, se si tratta di minori, oppure nell’ambito dei vari protocolli che la regione emanerà (circoli,
associazioni, attività sportive …).
Il compito di autorizzare le attività di centro estivo e, conseguentemente, di controllare la corretta
applicazione dei protocolli, è affidata ai comuni, di concerto con i referenti delle Aziende Sanitarie Locali. È
quindi fondamentale che ogni parrocchia o ente ecclesiale che svolgerà questo tipo di attività, faccia
riferimento alla precisa declinazione anche formale delle norme che viene data nel proprio comune, sia per
quanto riguarda la modulistica per la richiesta sia per eventuali specificazioni che i comuni possono inserire.
È importante che parrocchie ed enti comunichino anche ai referenti diocesani l’avvio delle attività
dimostrando l’ottemperanza di tutti i protocolli previsti.
8. Questioni specifiche e aggiornamenti normativi
Per tutti gli specifici aspetti normativi, che qui volutamente non citiamo, poiché in continua evoluzione e
aggiornamento in base all’andamento dei contagi e alle disposizioni governative, sarà indispensabile, ora e
nei prossimi mesi, fare costante riferimento ai protocolli emanati dalla Regione, pubblicati sul sito
istituzionale della Regione Emilia Romagna, e ai relativi aggiornamenti e chiarimenti, che dipendono anche
dai decreti governativi.

Conclusione

Perché impegnarsi in un’impresa che pare ad oggi così complessa?
È significativo che questo sia il primo impegno di fronte al quale ci troviamo subito dopo la riapertura al
popolo delle celebrazioni eucaristiche. Da sempre la Chiesa, soprattutto nelle sue declinazioni parrocchiali,
ha abitato le frontiere sociali e i deserti spirituali delle nostre terre. Quanta santità fiorita nei momenti di crisi
sociale! Oggi, provare a impegnarsi, non significa solo non abbandonare le famiglie e le giovani generazioni,
ma guardare al futuro, anche delle parrocchie, con sguardo evangelico.

Bologna, 25 maggio 2020
Gli Arcivescovi e i Vescovi dell’Emilia Romagna



Nota CEER su Attività Oratoriali Estive 2020.pdf