Cresciuta negli agi di una nobile e ricca famiglia, Francesca coltivò nel suo animo l’ideale della vita monastica, ma non poté sottrarsi alla scelta che per lei avevano fatto i suoi genitori. La giovanissima sposa, appena tredicenne, prese dimora con lo sposo Lorenzo de’ Ponziani nella suo palazzo a Trastevere. Con semplicità accettò i grandi doni della vita, l’amore dello sposo, i suoi titoli nobiliari, le sue ricchezze, i tre figli nati dalla loro unione. Da sempre generosa con tutti, nel 1425 fondò la congregazione delle Oblate Olivetane di Santa Maria Nuova, dette anche Oblate di Tor de’ Specchi. Tre anni dopo la morte del marito, emise ella stessa i voti nella congregazione da lei fondata, assumendo il secondo nome di Romana.
Ne facciamo memoria con un dettaglio dal dipinto seicentesco (nella IV sala dell’appartamento rosso del Museo Diocesano di Imola), replica di quello di Tiarini a San Michele in Bosco.
MV