Oggi la Chiesa di Imola festeggia uno dei suoi santi: san Terenzio. Cittadino imolese, la sua nascita è comunemente fatta risalire al VI secolo d.C., ma non mancano alcune voci discordanti che ritengono sia vissuto nel corso del X o XI secolo d.C.
San Terenzio fu un semplice diacono della chiesa imolese, all’epoca sotto la guida del vescovo Nestore. Visse in tempi molto difficili, costretto ad assistere al crollo della sua patria sotto il fuoco degli invasori barbari, goti e longobardi. Secondo la leggenda, prima di emigrare a Faenza fece erigere a Imola una croce sul luogo del martirio di san Cassiano.
Si ignorano i motivi dell’abbandono di Imola: forse a causa dell’ammirazione dei suoi concittadini, forse per cercare una via di fuga dai pericoli che all’epoca si abbattevano senza tregua sulla città. Una volta giunto alla vicina Faenza, venne ospitato da una vedova.
Qui si dedicò alla cura degli infermi nell’ospedale locale di Santa Croce. I cittadini imolesi però non l’avevano dimenticato: un mendicante cieco dalla nascita che pregava in continuazione il Signore di ridargli la vista, ricevette la visita di un angelo, che gli suggerì di recarsi a Faenza e lì cercare Terenzio. Una volta giunto al suo cospetto, lo supplicò di guarirlo: e così fece il santo, bagnando con acqua le pupille dell’uomo.
La notizia del miracolo si diffuse rapidamente e la fama di Terenzio crebbe a dismisura: giungevano da ogni dove in cerca di un suo prodigio. Fuggendo gli onori, Terenzio scappò di nascosto da Faenza e si rifugiò in una capanna nelle campagne circostanti, dove morì.
Il più antico ed importante monumento a san Terenzio è la chiesa a lui dedicata nei pressi della cattedrale di Faenza. Le sue reliquie sono poste nella cattedrale manfreda entro una magnifica arca quattrocentesca.
Ne facciamo memoria con un dettaglio della tela di A. M. Gottarelli (1791) presente nella cattedrale di Imola.