Le pietre della fede è un viaggio, che ci accompagnerà ogni venerdì, tra i più o meno conosciuti edifici sacri in diocesi di Imola. Un modo per far conoscere e valorizzare chiese e santuari del nostro territorio, mettendone in luce storia e architettura.


La chiesa di Santo Spirito, sita in via Pisacane, è una delle più antiche di Imola e un tempo ha dato il nome a uno dei borghi cittadini. Viene menzionata per la prima volta, con dedicazione a San Vincenzo, nel 1047 e poi nel 1260 e solo in un secondo momento acquisirà anche denominazione di Santo Spirito. L’edificio subisce non poche traversie nel corso dei secoli, dal terremoto del 1688 al crollo del 1894, fino a giungere ad una ricostruzione ex novo nel 1904: vengono demoliti la sacrestia, la facciata, il soffitto a volta, l’abside e il campanile. Quest’ultimo viene rinforzato ai quattro lati con robusti cavi di ferro e collocato su palafitte di rovere, dotato di due campane. I muri della chiesa vengono intonacati, il pavimento del presbiterio viene realizzato in marmo e quello della chiesa in mattonelle. Tuttavia l’edificio non risulta sufficientemente capiente per accogliere il numero sempre più crescente di fedeli. Ecco allora che si procede con la demolizione per poi sostituirlo con l’attuale: si inizia con le fondazioni dei muri perimetrali, nelle quali viene gettato, come prima pietra, un pezzo di marmo dell’altare della vecchia chiesa. Il nuovo edificio presenta una pianta rettangolare, con al centro l’altare di marmo consacrato nel 1972, il tabernacolo da una trave in rovere e il fonte battesimale marmoreo; è affiancato da una campanile di forma cilindrica, alto 27 metri e mezzo. Il seminterrato, previsto nel progetto come ampia sala per conferenze, diventa una palestra per attività sportive. (foto di Giacomo Casadio)


 


Questa rubrica è tratta dall’omonimo libro “Le pietre della fede” edito da Il Nuovo Diario Messaggero.
Il volume riunisce in una visione d’insieme tutte le chiese destinate al culto pubblico del territorio della diocesi di Imola, offrendo una lettura della loro evoluzione architettonica e tipologica nel corso dei secoli, consentendo di scorrerle visivamente senza soluzione di continuità.
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