Isaia, figlio di Amos e parente del re Manasse, discendeva dalla casa reale di Davide. La missione di profeta gli fu conferita in una visione: vide il Signore seduto sopra un gran trono nel tempio, circondato da cherubini. Uno di questi spiriti si mosse prese dall’altare un carbone acceso, e venuto a Isaia gli toccò la bocca con il carbone dicendo: “Ecco che questo ha toccato le tue labbra, e sarà tolta la tua iniquità e sarà lavato il tuo peccato”. Poi il Signore parlò direttamente a Isaia invitandolo a predicare al suo popolo.
Gli scritti di Isaia narrano principalmente le minacce di Dio al popolo di Israele e ai popoli vicini per i loro peccati, ma il profeta nel descrivere i giusti giudizi di Dio allude molto spesso alla venuta del Liberatore e descrivendo la sua nascita, le sue opere e specialmente la sua passione, eccita negli animi l’amore e la confidenza in lui.
Ne facciamo memoria con l’immagine di una lunetta nella chiesa prepositurale di Dozza. Madonna col Bambino, un Magio, un profeta: Balaam o Isaia (Alberico e Pietro, scultori attivi a Bologna nella prima metà del XII secolo).