Romualdo, diventato monaco dopo uno scontro sanguinoso in cui era coinvolto il suo casato, s’impose una vita severa di penitenza, preghiera e meditazione. Spesso chiamato a incombenze ecclesiastiche e politiche, passò la vita a fondare piccoli cenobi da ogni parte. Nel 1012 fece sorgere sull’Appennino casentinese un piccolo eremo e, trecento metri più sotto, un monastero. Nacque così Camaldoli, centro di preghiera e di cultura ancora oggi attivo. Morì nel monastero marchigiano di Val di Castro, da lui fondato, in una piccola cella. Santo dal 1595 per volere di Clemente VIII.
Ne facciamo memoria con una stampa di G. F. Barbieri  – B. Fariat (sec. XVII-XVIII), nella raccolta Pompignoli del Museo diocesano di Imola.