Chiamato da Gesù tra i dodici, credere non gli è facile e non vuol fingere che lo sia: dice le sue difficoltà, si mostra com’è, ci somiglia, ci aiuta. Dopo la morte di Cristo esige di toccare con mano. Quando però, otto giorni dopo, Gesù viene e lo invita a controllare esclamerà: “Mio Signore e mio Dio!”, come nessuno finora aveva mai fatto.
Ne facciamo memoria con l’immagine di un grande dipinto nella prepositurale di Dozza, attribuito a Lorenzo Pasinelli, che ne illustra proprio l’incredulità.