Molto probabilmente un pellegrino originario della Francia meridionale, Rocco giunse sul finire del Trecento in un’Italia fiaccata da guerre sanguinose e devastanti pestilenze, guadagnandosi ben presto la fama di santo, addirittura molto tempo prima della morte, che lo colse in giovane età. Prima di spirare, il santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori. Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri. Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall’epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.
Ne facciamo memoria con l’immagine di un olio su rame di Bartolomeo Cesi (Bologna, 1556 – 1629) del primo Seicento, collocato nell’omonimo oratorio soprastante la chiesa di Valverde.
MV