Al termine dell’annata agraria 2022, i produttori agricoli di Coldiretti domenica 6 novembre celebrano a Imola la tradizionale Giornata del ringraziamento: un momento per ringraziare il Signore per i frutti della terra, ma anche occasione di festa e di socializzazione con la città. Il tema scelto dalla CEI per la 72ª giornata del ringraziamento è «Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto» (Am 9,14). Custodia del creato, legalità, agromafie”.
Alle 9.30 di domenica 6 novembre il vescovo della Diocesi di Imola, monsignor Giovanni Mosciatti, celebrerà la messa nella chiesa del Suffragio, in piazza Matteotti. A seguire la benedizione delle macchine agricole e un momento di convivialità. Durante tutta la giornata sarà allestito in piazza il mercato di Campagna Amica con vendita e degustazioni dei prodotti del territorio. Nel pomeriggio alle 15 il laboratorio di cucina della Fattoria didattica romagnola, alle 15.30 lo spettacolo a cura del gruppo Emisurela.
Gli eventi per la 72ª Giornata del ringraziamento inizieranno già nella serata di venerdì 4 novembre, alle ore 20.30 al teatro dell’Osservanza, con lo spettacolo teatrale La stasò dal steli, messo in scena dalla compagnia La Filodrammatica di Casola Canina. L’ingresso ad offerta libera sarà devoluto al progetto di sviluppo agricolo a Bukavu, in Congo.

L’intervento di don Massimo Martelli, assistente spirituale di Coldiretti
Ogni anno nel mese di novembre alla fine dei tradizionali raccolti stagionali, la Chiesa intende ringraziare il Creatore per i prodotti “frutto della terra e del nostro lavoro”.
Questa bellissima profezia del profeta Amos, piena di fiducia nella Provvidenza e nel lavoro dell’uomo, si completa con temi lapidari: Custodia del Creato, Legalità, Agromafie.
Ingenuamente siamo portati a pensare che legalità ed agromafie siano problemi del lontano sud, eppure anche dai dati sulla criminalità emerge che anche la nostra realtà emiliano romagnola da tempo è diventata appetibile a sistemi mafiosi che si offrono come scorciatoie alternative ad una legalità vista spesso come ingombrante impedimento ai loro bisness.
Il messaggio dei nostri Vescovi, ricorda che è in corso il dramma di carenza di lavoratori parallelo al fenomeno di persone vulnerabili, spesso minorenni, costretti a lavori senza tutele con paghe vergognose. Inoltre anche il fenomeno dello stoccaggio abusivo di sostanze tossiche in terreni poi reimpiegati per uso agricolo, ci evidenzia che “l’esperienza del peccato incrina la relazione all’interno dell’umanità e con la casa comune del Creato…”
Roba di adesso? No male storico, endemico nella storia umana, se è vero che Amos denunciava già allora questi soprusi contro i poveri costretti a vendersi per un paio di sandali , in preda a speculatori seriali disposti a vendere anche lo scarto del grano.
Ma dove questo sta succedendo, i Vescovi evidenziano che il territorio si inquina e si degrada, perché mancano gli elementi di una sana coesione sociale Essi dicono, citando l’enciclica Laudato sì, che “..non ci sono due crisi separate, una ambientale e l’altra sociale, bensì una sola complessa crisi socio-ambientale”. La Chiesa crede che, come riporta il profeta Amos, sarà possibile ancora una rinnovata prosperità riaccogliendo la Parola di Dio e investendo con onestà a lungo termine come può ancora essere con l’impianto di un vigneto e quello di un giardino di alberi da frutto.
Omertà e silenzi compici hanno portato questo degrado, ma esperienze pioniere di collaborazione e di inclusione sociale trovano la comunità cristiana impegnata ad incoraggiarle e anche a premiarle con una attenzione anche economica, ad esempio con il mirato acquisto di questi prodotti diciamo …a filiera pulita. In questo anche il sano associazionismo di Coldiretti e di altri enti che si occupano de settore agricolo possono essere strumenti efficaci per sostenere il popolo degli agricoltori e affini. Il documento si conclude così: Possiamo diventare protagonisti di una economia giusta o rafforzare strutture di peccato, davvero oggi il mondo agricolo vive una scelta tra “ la vita e il bene, la morte e il male” (DT 30.15) : ne va, oltre che dell’esistenza personale di uomini e donne, anche della vita sociale, economica ed ambientale del Paese. Un impegno per tutti.