Già il 18 maggio scorso papa Francesco aveva mostrato solidarietà ai nostri territori. Nel telegramma diffuso dalla Segreteria di Stato vaticana e inviato al cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna e presidente della Cei, si leggeva: «Informato del violento nubifragio abbattutosi sulla regione dell’Emilia Romagna, specialmente sulle province della parte orientale, il santo padre incarica vostra eminenza di volersi rendere interprete, presso congiunti e amici delle vittime, dei suoi sentimenti di viva partecipazione per l’impressionante disastro che ha colpito codesto territorio. Mentre eleva fervide preghiere di suffragio per i defunti, il sommo pontefice invoca da Dio conforto per i feriti e consolazione per quanti soffrono conseguenze per la grave calamità».

Questa solidarietà si è resa ancora più evidente lunedì 22 maggio quando in Vaticano, a margine dell’apertura dei lavori della 77esima assemblea generale della Cei, il santo padre ha salutato i vescovi della Romagna e ha espresso ancora una volta la sua vicinanza alle popolazioni colpite. Dopo aver ascoltato il racconto del dramma che stanno vivendo le persone e appreso dei tanti gesti di solidarietà messi in campo, ha chiesto di portare la sua partecipazione alle comunità assicurando la personale preghiera. All’inizio dell’assemblea Zuppi ha raccontato quanto accaduto, le varie situazioni di difficoltà vissute dalle popolazioni e i tanti gesti di solidarietà e di aiuto. Al termine i vescovi hanno salutato papa Francesco in un breve momento di incontro. «A lui abbiamo espresso la nostra gratitudine, sottolineando che abbiamo accolto il suo stimolo per un’ulteriore riflessione sul rispetto del creato e la custodia della casa comune – sottolineano monsignor Mosciatti, monsignor Ghizzoni, monsignor Corazza e monsignor Toso -. Gli abbiamo ricordato che i romagnoli sono tenaci ma le prove si stanno ripetendo troppo spesso, abbiamo bisogno della sua preghiera».